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CINQUANTA SFUMATURE DI GRIGIO IL FILM

                                                    LA  CRITICA

Enrata in orario al cinema e visione del film fino ai titoli finali. L’ultima scena in ascensore con
i due amanti che si salutano con le porte che si chiudono. Lasciando allo spettatore la domanda:”Si
vogliono ancora?” Ma si si vogliono, si amano, ma lui e’ diverso, lei e’ diversa,e’ tutto difficile,
terribile questo amore nutrito dal conflitto tra l’amore vero e il sadismo di lui che, povero bambino,
ha subito le perversioni di una pedofila che non ha nemmeno saputo aspettare qualche anno in piu’
per togliergli  almeno i pannoloni. Allora dopo la prima domanda ne nasce spontanea una seconda:”Ma  se il film rispecchia la trilogia  letteraria, come diavolo ha fatto questo libro a vendere
novanta milioni di copie?”. E’ uno dei tanti tradimenti che la cinematografia riserva alla letteratura?
Forse. Ma forse no. Di mode letterarie con infinite trilogie di penne e di immagini ne siamo pieni fino
al collo. Ogni hanno se ne sviluppa una, anzi piu’ di una, spesso se ne sviluppano cosi’ tante insieme
da riproporre la domanda prepotente:”Ma come diavolo hanno fatto a vendere milioni di copie?”.
E poi, l’anno dopo e’ tutto dimenticato. Cosa che non e’ ancora successa con Pirandello, Balzac…e…
Be’, non citiamoli tutti perché faremmo torto ai contemporanei che dopo qualche anno scompaiono
pure loro. Il film e’ tutto americano. Grandi voli pindarici con alianti ed elicotteri, lusso sfrenato,
potere,soldi, e donne naturalmente affascinate da questo richiamo . Il problema e’  che sono gli
spettatori a restare a bocca asciutta. Gli uomini stretti dall’invidia, le donne ad immaginarsi in quel
fantastico gioco che, tra una frustata e l’altra, consentirebbe di vivere l’emozione delle case
supergalattiche, delle macchine exstralusso con possibilita’ di poter fare qualunque cosa tra una sculacciata o la richiesta di restare per un po’ in ginocchio in attesa che arrivi il re padrone che se
fosse impiegato del catasto rimedierebbe solo una risata in faccia. Dunque, in buona sostanza, la sola
riposta, almeno per il film, ha sempre la stessa citazione:”MARKETING”.  E dico per il film non
avendo letto il libro. Tuttavia non si potrebbe cominciare a pensare con piu’ di umanita’? Fatelo il
film, e fate vedere tutto quello che si fa. Cominciate dalla frusta, finite con gli scarponi a chiodi.
Certo, sarebbe alla fine piu’ noioso. Ma se avete la fortuna di trovare la ragazza giusta, almeno ci
rimediate una bella sega durante la ripresa.

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